Caserta (don Carmine Ventrone). Il cammino di Gesù verso Gerusalemme non si arresta ma prosegue nonostante i tanti incontri di persone desiderose di ricevere una parola di conforto e le difficoltà dei discepoli ad entrare nella logica del regno di Dio. La sosta di questa XXX Domenica del Tempo Ordinario è a Gerico, a pochi chilometri da Gerusalemme, con la guarigione del cieco Bartimeo. In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Lungo la strada percorsa da Gesù è seduto il cieco Bartimeo, il quale non fa parte della folla per ovvi motivi, impossibilitato com’è di farsi compagno di viaggio. Non vede Bartimeo ma sente e con il suo udito funzionante riesce a percepire la presenza di Gesù. Subito, senza perdere tempo, eleva una preghiera, una supplica di aiuto gridando forte, più forte delle molteplici voci della folla, attirando l’attenzione di tutti e in particolare di Gesù: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
La preghiera gridata di Bartimeo dà fastidio alla folla. Verrebbe da chiedersi come può infastidire una persona che prega? Non è lo stesso Gesù ad aver insegnato ai discepoli a pregare? Non è lo stesso Gesù che ha testimoniato alla folla l’importanza della preghiera? Sembra paradossale seguire Gesù ed essere infastiditi da un mendicante cieco che invoca una grazia. Di cosa hanno paura? Che Gesù dia un po’ delle sue attenzioni ad un’altra persona? Di cosa sono gelosi i discepoli e la folla? La preghiera ha sempre la meglio sulle cadute umane e Bartimeo urla ancora più forte. Il grido del cuore che sovrasta le gelosie umane. Gesù accoglie il cuore di Bartimeo, il quale, a differenza degli altri che lo seguono, viene chiamato. Gesù lo convoca a sé per incontrarlo. È giunto il momento di lasciare tutto per seguire Gesù. A differenza del giovane ricco di qualche domenica fa (vedi Marco 10,17-30) che legato alle sue ricchezze rifiuta la chiamata, Bartimeo non ci pensa due volte a lasciare la sua unica ricchezza, quel mantello che lo proteggeva dal caldo e dal freddo, per trovare in Gesù la sua vera ricchezza.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Pregare serve a poco se non si è consapevoli di ciò di cui si ha bisogno. Alla domanda di Gesù: “Cosa vuoi che io faccia?” Bartimeo non resta in silenzio ma fa una richiesta chiara ed esplicita, senza giri di parole chiede: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Legittima la richiesta di Bartimeo e scontata visto che non vedeva, ma non è tanto il miracolo chiesto ma è la fede che ha supportato la richiesta a fare la differenza. Domenica scorsa Giacomo e Giovanni avevano fatto una richiesta a Gesù ma non è intrisa di fede ma di carrierismo, non profumava di speranza, come quella di Bartimeo, ma di superbia. Non è cosa si chiede nella preghiera che fa il miracolo ma come si chiede e soprattutto perché si fa quella determinata richiesta. E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Due sono gli effetti della preghiera accolta: la maturità nella fede e seguire Gesù come discepoli. Entrambe sono presenti nel miracolo a Bartimeo. La sua guarigione è frutto della sua fede che, pur non vedendo, crede in Gesù e la sua disponibilità a mettersi in cammino. Il suo “mantello” da questo momento in poi sarà Gesù e il suo immobilismo è superato dal suo mettersi in cammino. È più di un miracolo quello ricevuto da Bartimeo, è una vera conversione di vita. Accetta di seguire Gesù verso Gerusalemme senza esigere posti d’onore, libero di amare senza riserve colui che gli ha donato occhi per vedere la vera fede.
Chiediamo anche noi occhi capaci di riconoscere Gesù lungo il cammino della vita. Buona domenica.


