La riflessione sulla parola di Dio

IV domenica di avvento commento al Vangelo secondo Luca 1,39-45

La riflessione sulla parola di Dio
  • Rubrica a cura di don Carmine Ventrone

Siamo giunti alla IV domenica di Avvento e la liturgia ci propone il prosieguo della risposta di Maria all’angelo «Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei» (Lc 1,38). Con queste parole pronunciate dalla Vergine Maria termina il dialogo con l’angelo. Gli effetti dell’annuncio non finiscono qui, l’evangelista Luca sposta la scena dalla casa di Nazaret ad una città di Giuda. Maria si pone a servizio di Dio ed intraprende il viaggio.

“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda”. L’atteggiamento e la prontezza di Maria sono posti in risalto dall’evangelista Luca. Maria ha un’esigenza: condividere la Parola accolta. Non è una verifica alle parole dell’angelo sulla gravidanza di Elisabetta ma l’atteggiamento di chi vuole sostenere chi è nel bisogno. Ricordiamo che Elisabetta è avanzata in età come lo stesso angelo ha sottolineato. Maria colma in fretta la distanza che c’è tra lei ed Elisabetta.

“Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo”. Il saluto di Maria ha un effetto immediato in Elisabetta. Infatti, sottolinea come le sue parole hanno portato il bambino nel grembo ad esultare. La gioia provata da Maria viene trasmessa ad Elisabetta e al suo bambino. La gioia che porta Gesù diventa contagiosa, è facilmente trasmettibile e condivisibile. È stato sufficiente un saluto per essere coinvolti nell’annuncio e nel progetto di Dio. Le due donne condividono la gioia dell’annuncio e non solo, come la Vergine Maria è adombrata dallo Spirito Santo cosi anche Elisabetta viene colmata dalla potenza dell’Altissimo. Hanno missioni diverse ma entrambe sono unite dall’unico Signore. Vivono ciò che oggi definiamo “lo spirito sinodale” la condivisione dell’unica Parola di vita eterna.

“Ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” Elisabetta riconosce Maria benedetta (Dio dice bene di te) in quanto viene scelta da Dio, tra tutte le donne, ad essere la madre del Verbo. Maria è anche benedetta perché viene beatificata da Gesù che porta in grembo. La benedizione viene da Dio e si concretizza nel portare Gesù agli altri benedicendo la loro vita.

“A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. Elisabetta senza sapere nulla riconosce Maria madre del Signore. Certamente lo Spirito Santo avrà aiutato Elisabetta ma è altrettanto certo che in Maria, nella sua umiltà e obbedienza, traspariva la presenza di Dio. Ella porta nel cuore il Verbo che si manifesta nei suoi atteggiamenti e parole. Negli occhi di Maria, Elisabetta vede il volto di Dio, vede la prossimità del suo Signore. Maria va oltre le distanze, va oltre le diversità, va oltre la differenza di età, sa che la gioia deve raggiungere tutti perché Dio non fa differenze, ha un amore che può e deve raggiungere ogni uomo.

“E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. La prima beatitudine del Nuovo Testamento è rivolta alla Vergine Maria la quale ha creduto nella Parola di Dio. Non basta ascoltare per essere beati ma anche credere che questa Parola tutto può e generare testimonianza di vita. La Parola genera la vita, come ricorda la creazione nel Libro della Genesi, e la beatitudine di Maria sta nel suo generare una vita che racchiude il frutto di eternità. Possano anche i nostri occhi vedere il Cristo che viene e i nostri cuori sussultare, trepidare ed invocare Maranatha, vieni Signore Gesù. Beati voi e beata la vostra testimonianza, buona domenica.

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