I Santi Medici

  Santa Gianna Beretta Molla

I Santi Medici
  • Rubrica a cura di Antonio Citarella

Si tratta di una Santa dei nostri giorni che, sono certo, la maggior parte dei lettori già conosce. Nacque il 4 Ottobre 1922 a Magenta e morì il 28 Aprile 1962 a Ponte Nuovo di Magenta. Esercitò la professione di medico dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pavia e, successivamente, la specializzazione in Pediatria presso l’Università di Milano. Quando cominciò a curare i malati scrisse nel suo diario: “Tutti nel mondo lavoriamo in qualche modo al servizio degli uomini. Noi direttamente lavoriamo sull’uomo. Il nostro oggetto di scienza e lavoro è l’uomo che in nostra presenza ci dice di sé stesso, e ci chiede di aiutarlo e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza. Noi abbiamo delle occasioni che il sacerdote non ha. La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono. C’è l’anima da portare a Dio e la nostra parola avrebbe autorità. Questi medici cattolici, quanto sono necessari! Cura del corpo e cura dell’anima, rispetto per gli altri e per sé stessi. Fu questa la linea guida alla quale la Santa si ispirò.

Non meraviglia che questo medico avesse tali sentimenti se si pensa all’ambiente familiare in cui fu educata. I genitori, cattolici praticanti, generarono tredici figli e la nostra Santa fu la decima. Tra i suoi fratelli vi era Alberto, medico missionario cappuccino; Giuseppe, laureato in Ingegneria e sacerdote nella diocesi di Bergamo; Virginia monaca canossiana, anch’essa medico. Non meraviglia nemmeno il suo impegno a favore dell’Azione Cattolica che riuscì a coniugare con la sua professione. Nel 1955 sposò l’ingegnere Pietro Molla e dal 1956, nella frazione Pontenuovo di Magenta, svolse la funzione di responsabile del Consultorio Materno-Infantile dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia e prestò assistenza medica volontaria nelle scuole materne ed elementari statali. Fu madre di tre figli: Pierluigi, Maria Zita e Laura. Nel 1961, al termine del secondo mese di una nuova gravidanza, le fu diagnosticato un fibroma dell’utero per cui il suo curante ritenne necessario l’intervento chirurgico. Sarebbe stato più semplice abortire ma Ella non volle ed accettò l’intervento a patto che non mettesse in pericolo la vita del nascituro, anche se, in effetti, il prosieguo della gravidanza poteva rappresentare un rischio per lei. Il 21 aprile partorì Gianna Emanuela con taglio cesareo e dopo l’intervento iniziarono, ben presto, i segni di una peritonite che nel giro di sette giorni, nonostante le cure, la portarono a morte all’età di soli 39 anni.

La vita di questo medico vissuta rispettando gli altri, malati e non, ed il suo sacrificio pur di salvare la figlia, colpì molto la comunità alla quale apparteneva e ben presto la sua storia fu nota in Italia e fuori. Papa Paolo VI durante l’Angelus in Piazza S. Pietro (23 settembre 1973) parlando di Lei disse: Una Madre della Diocesi di Milano, per dare la vita al suo bambino, ha sacrificato con meditata immolazione la propria.

Il 24 aprile 1994 il Papa San Giovanni Paolo II la beatificò ed il 16 maggio 2004 la dichiarò Santa. Cosa aveva fatto di straordinario per diventare Santa? Risponde il Cappuccino Padre Leonardo Triggiani nel suo libro “Beati e Santi del Pontificato di Giovanni Paolo II”: Per essere dichiarati Santi occorre che sia dichiarata l’eroicità delle virtù. Solo che, in casi di santità laicale, l’eroicità resta a lungo nascosta dentro una fedeltà a tutta prova, fatta di cose semplici e quotidiane, fino a che l’Amore a Dio e al prossimo non trova occasione di esprimersi in tutta la sua forza e la sua abbagliante purezza”. Le virtù di Gianna Beretta Molla furono quindi dichiarate eroiche.

Il marito, dopo la canonizzazione, affermò che Gianna era una donna splendida, ma assolutamente normale. Era bella, intelligente, buona, le piaceva sorridere. Era una donna moderna, elegante. Guidava la macchina, amava la montagna e sciava molto bene. Le piacevano i fiori e la musica…ed io non mi sono accorto di vivere con una Santa. Credo che l’Ingegnere Pietro Molla, forse inconsapevolmente, volesse dire che in effetti la Santità è la quotidianità della vita vissuta alla luce di Dio.

P.S. Informo i miei lettori che hanno avuto la cortesia di seguirmi per circa 12 mesi che, con questo scritto terminano le mie informazioni su “I Santi nella Storia della Medicina”. Se mi sarà concesso scriverò ,in seguito, su altri argomenti di interesse medico con una cadenza quindicinale.

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