I Santi Medici

L’assistenza cristiana ai malati in Oriente e la nascita degli Ospedali

Caserta (Antonio Citarella). Anche l’Oriente si mostrò, parimenti all’Occidente, sollecito a fondare istituzioni caritatevoli per accogliere i malati. Nelle varie città dell’Oriente furono costruiti numerosi xenodochi e asili sia da privati e sia direttamente dall’imperatore. Alcuni di questi furono particolarmente importanti non solo perché rappresentarono un modello da imitare ma anche per la sede dove vennero costruiti. Possiamo citare per la sua importanza l’Ospedale fondato a Bisanzio da San Sansone. Anche l’imperatore Giustiniano si adoperò per fondare nuovi Ospedali in tutte le città dell’Impero di Oriente.

Per quanto riguarda l’impegno della famiglia imperiale dobbiamo ricordare l’opera svolta da S. Elena, madre di Costantino il Grande, che si distinse per aver fondato molti ospizi per i malati. S. Giovanni Crisostomo, vescovo di Antiochia, fondò a Costantinopoli un asilo perfettamente organizzato per infermi e pellegrini. Altrettanto fece San Giovanni Elemosinario ad Alessandria. L’opera più grandiosa realizzata in Oriente a favore degli ammalati fu certamente quella voluta da San Basilio, vescovo di Cesarea, nell’anno 331. Questi fondò un ordine monastico che da lui prese il nome di Basiliano per l’assistenza ospedaliera sia in Oriente che in Occidente.
Alla regola monastica di S. Basilio si ispirò S. Benedetto per scrivere la sua Regola. L’ospedale di San Basilio dai testimoni del tempo, quali S. Gregorio Nazianzeno ed Elio Cretense amico e compagno di S. Basilio, venne paragonato alle più celebri meraviglie del mondo. Era circondato da un recinto e, internamente, aveva tanti reparti quanti erano le infermità che vi si curavano. Fu il primo ospedale ad aver previsto il ricovero per i lebbrosi che, per la loro contagiosità, erano respinti dagli altri. Quello di S. Basilio fu conosciuto come Basiliade e fu il primo grande ospedale fondato dalla Cristianità. Oltre l’assistenza agli infermi, praticata nei vari ospedali, non va dimenticata l’assistenza praticata nei monasteri che subì nel tempo un graduale perfezionamento.
I maggiori Ospedali ricordati dalla storia e alcuni di questi sopravvissuti fino ad oggi, riconoscono una fondazione ecclesiastica. Così avvenne per l’Ospedale Hotel Dieu a Parigi fondato dal Vescovo Landry nell’VIII secolo; per l’Ospedale di San Bartolomeo a Londra; per l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia a Roma fondato dal Papa Innocenzo III; per l’Ospedale di S. Giovanni Battista a Torino, per gli Ospedali dei Fatebenefratelli di cui si occupò S. Giovanni di Dio fondatore dell’Ordine.

Altri benefattori furono spinti dal desiderio di fare del bene come avvenne per molti nobili e anche per i regnanti come Francesco Sforza Duca di Milano che, con la moglie Bianca Maria Visconti, fondarono l’Ospedale Maggiore di Milano. Altre volte la fondazione di un Ospedale rappresentava lo scioglimento di un voto come avvenne per l’Ospedale S. Bartolomeo di Londra fatto costruire dal monaco Rhaere guarito da una grave malattia mentre era in pellegrinaggio a Roma. La stessa cosa avvenne per la Casa dell’Annunziata a Napoli costruita nel 1339 da due nobili liberati dalla prigionia di Uguccione della Fagiola di cui erano diventati prigionieri a Montecatini. Nei primi periodi della ospedalità l’elemento religioso fu predominante. Successivamente fu il Papato a dare un deciso incremento al movimento che spingeva, come in una gara, le persone caritatevoli a venire in soccorso dei sofferenti. La curia romana aveva il suo Ospedale portatile che la seguiva in tutti gli spostamenti che era costretta a fare. Esso era organizzato dai frati Antoniani e serviva,
oltre che per i componenti della curia stessa anche per tutte le persone che, in gran numero, venivano attirate per la presenza del Pontefice in un determinato luogo. A Roma questo Ospedale aveva la sede difronte al Patriarcato Lateranense ma, successivamente, fu trasferita sull’Esquilino e assunse il nome di S. Antonio.

Nel 1045, presso la Chiesa di S. Maria delle Grazie, Papa Gregorio VI fondò un altro Ospedale, anch’esso denominato S. Antonio. Verso la fine del XII secolo Papa Celestino III fondò presso la Chiesa di S Maria in Portico un Ospedale dedicato alla Vergine Maria
che gli era apparsa in sogno mentre serviva il pranzo a dodici poveri.

L’dea ospedaliera trovò un grande fautore in Innocenzo III, salito al soglio pontificio. Questi, nel 1198 approvò l’ordine di S. Giovanni di Matha detto dei Trinitari, rivolto alla cura degli infermi e al riscatto degli schiavi. La più importante iniziativa di Innocenzo III fu quella di fondare l’Ospedale di Santo Spirito pochissimo tempo dopo la sua elezione a Papa. Era questo un Ospedale capace di accogliere oltre trecento malati e di curare in ambulatorio un migliaio di persone. Il primo Rettore fu Guido di Montpellier che aveva già fondato un ordine religioso, quello del Santo Spirito, per cui l’Ospedale che prima si chiamava di Santa Maria in Axia si chiamò S. Spirito in Saxia.

Durante il Rinascimento fece la sua comparsa una grave malattia, particolarmente contagiosa, chiamata sifilide o morbo gallico della quale erano responsabili i rapporti sessuali con persone infette. La malattia era l’espressione della corruzione dei costumi e dell’edonismo caratteristici di quell’epoca e fece strage delle persone che ne vennero colpite. I contagiati presentavano piaghe localizzate in varie parti del corpo. Erano piaghe ributtanti che resero i disgraziati che ne vennero colpiti oggetto di ribrezzo per cui venivano allontanati dagli ospedali e spesso anche dai propri familiari. Si trascinavano per le strade dove poi finivano i loro giorni privi di ogni conforto materiale e spirituale. Erano questi gli Incurabili di cui cominciarono ad occuparsi le persone che appartenevano alla Congregazione del Divino Amore nel cui Oratorio Ettore Vernazza fu il primo estensore della Regola e dove nacque, in effetti, l’idea di realizzare gli Ospedali degli Incurabili ispirata da Santa Caterina da Genova.

Il primo “Ridotto per gli Incurabili “nacque a Genova. Tra i Religiosi che si occupavano di questi malati sono da ricordare San Gaetano da Thiene e Gian Pietro Carafa, amico di S. Gaetano, che in seguito fu eletto Papa con il nome di Paolo IV. Gli Incurabili ottennero allora dei luoghi ad essi dedicati per il ricovero e la cura
mentre prima erano allontanati per le bruttezze delle loro piaghe. Negli Ospedali dedicati a questi malati si cercava di curare le piaghe dei loro corpi ma anche di curare le piaghe morali. Così accanto ai ridotti degli Incurabili sorsero le Case per le Convertite cioè le prostitute che, una volta guarite nel corpo, venivano indirizzate verso una vita corretta.

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