Caserta. Per la politica fatta dal PD della provincia di Caserta occorre un radicale cambio di rotta. Bisogna fare quella politica, che forse in questa provincia non è mai esistita, che lega il generale e il mondiale, al particolare e al territoriale.
Una politica complessa di lettura e analisi dei fatti e dei territori che porta a soluzioni e programmazioni di lungo periodo, una politica alta, che risolve i problemi e le questioni. Bisogna entrare nei temi nazionali e mondiali e calarli nel locale. Fare politica come si fa in ogni altra parte d’Italia che non è la provincia di Caserta a carattere personalistico, familistico, arrivistico e affaristico.
Caserta è una provincia che non compete con il tessuto politico nazionale e con i temi nazionali. Esponenti che non sono nei confronti sui temi nazionali, perché evidentemente non sono all’altezza. La politica è una vocazione, e “Fare politica” come dice il Rapporto Censis appena presentato, “è un esercizio alto è l’arte del consenso e dell’interpretazione dei sentimenti e dei bisogni sociali, è un compito complesso di responsabilità e immaginazione: significa leggere nel Paese lo sguardo nel futuro”. Per fare questo occorre studio, conoscenza, tempo dedicato a analizzare fatti, temi, bisogni.
I nostri amministratori poi non assorbono ancora conoscenze e competenze adeguate tramite le associazioni nazionali di amministratori locali che pure esistono come Anci e Ali.
La provincia di Caserta è indietro e chi ritiene di essere escluso dalle responsabilità catastrofiche dei fatti tra coloro delle vecchie classi dirigenti abbia il coraggio di fare una ammissione di colpe e un passo indietro, di lasciare il campo a generazioni più competenti e più sane, e di ammettere il proprio fallimento in idee e azioni – Arch. Nadia Marra.




