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Giovedì 19 dicembre a Caserta conferenza stampa per l’intitolazione di una sala al Soprintendente Gian Marco Jacobitti

Caserta. Giovedì 19 dicembre 2024, alle ore 11.00, il Soprintendente Mariano Nuzzo invita all’intitolazione della Sala Gian Marco Jacobitti, sita al terzo piano della Reggia di Caserta.

Un evento commemorativo che intende attribuire il giusto riconoscimento alla memoria del compianto Soprintendente, impegnato in vita in un’intensa attività di tutela con significative pubblicazioni scientifiche in materia di restauri e di impegno civile. La cerimonia sarà anche l’occasione per lo scambio di auguri di Natale.

Gian Marco Jacobitti (Firenze, 1938 – Napoli, 2014) è entrato in Amministrazione per i Beni Culturali presso la Soprintendenza ai Monumenti di Napoli nel 1966; dal novembre del 1982 al 1997 è stato Soprintendente per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici di Caserta e Benevento, poi direttore regionale della Puglia fino al 2005.

Dirigente competente, appassionato e particolarmente legato alla Reggia di Caserta, che, sotto la sua guida, ha vissuto i momenti forse più brillanti della sua recente storia. Tra le iniziative prestigiose realizzate durante i 14 anni di reggenza della Soprintendenza, da parte di Jacobitti, ci sono il G7 del 9 luglio 1994, la vista pastorale di Papa Giovanni Paolo II  e tutti i restauri più importanti della Reggia, dagli appartamenti storici al Parco reale, dalle facciate del monumento al giardino inglese, dagli appartamenti storici alla grande cascata, al teatro di corte, alla creazione del museo dell’opera e del territorio nei seminterrati dell’edificio.

Nel 1992 il prefetto di allora, Corrado Catenacci, su sollecitazione del soprintendente Jacobitti, dispose con propria ordinanza la chiusura del Parco Reale il giorno di Pasquetta per motivi di ordine pubblico; anche la città si espresse in maggioranza, al termine di un sorta di sondaggio cui parteciparono tutti i condomini del capoluogo, per la chiusura del Parco. Per i successivi venticinque anni gli ampi giardini sono sempre stati chiusi, a dispetto del vecchio editto borbonico che stabiliva di aprire al pubblico l’area il giorno dopo Pasqua.

Tra i suoi principali lasciti e successi ricordiamo “Terrae Motus”, la più importante collezione tematica di arte contemporanea: nel 1993 Lucio Amelio gli affidò la raccolta di opere d’arte che nasceva dalla storia e che è entrata nella storia. L’eredità culturale di Amelio e Jacobitti è stata raccolta da coloro che, da figure direttive del Ministero, si sono adoperate per mantenere alto il ricordo di Terrae Motus. Si pensi ad Anna Maria Romano e Margherita Guccione, ma anche ai tanti funzionari che hanno lavorato su “Terrae Motus” per anni.

Morto nel 2014, osservò l’incredibile continuità dell’asse prospettico che, partendo da viale Carlo III, passa attraverso la galleria del Palazzo e si protrae fino alla grande Cascata.

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