La riflessione sulla parola di Dio

VII Domenica del Tempo Ordinario, commento al Vangelo secondo Luca 6,27-38

La riflessione dulla parola di Dio
  • Rubrica a cura di Don Carmine Ventrone

Il brano evangelico di oggi, VII domenica del Tempo Ordinario, è la continuazione, la seconda parte, del discorso di domenica scorsa. Dopo essersi rivolto ai discepoli con le beatitudini e gli avvertimenti, ora Gesù volge lo sguardo e le attenzioni alla moltitudine di folla venuta ad ascoltarlo, compresi noi.

“A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro”. Parole difficili da accettare! Parole che mettono a dura prova la fede in Dio e che fanno venire l’orticaria a chiunque si trovi in una situazione descritta da Gesù. Come si può amare un nemico? Come si può fare del bene a chi ti odia? Offrire la guancia, il mantello e la tunica ai prepotenti? Dare senza chiedere nulla in cambio o almeno la restituzione di ciò che si è dato? La logica terrena dice l’opposto: il nemico va combattuto, non tenerti nessuna offesa, non dare nulla a chi non ti darà nulla. Il problema non sono le parole di Gesù, ma quale logica vogliamo seguire. Se la nostra vita è in continuo cammino di conversione allora identifichiamo queste parole con Gesù che ama tutti senza distinzione in quanto figli del Padre. In queste parole troviamo le azioni di Gesù, proprio in queste parole trovano riscontro le nostre azioni. Quante volte chiediamo a Dio senza dare nulla in cambio, quante volte offendiamo Dio attribuendo colpe che non ha e maledicendo il tempo che gli dedichiamo. Ricordiamo le parole di Gesù sul legno della croce: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. (Lc 23,34)

“E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”. Gesù non solo si identifica con le sue stesse parole ma desidera che anche noi possiamo identificarci con Lui così da essere cristiani. In questi versetti Gesù pone l’attenzione su una regola importante: “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro”. Rivendicare diritti senza avere nessun dovere verso gli altri non soltanto non è un atteggiamento cristiano ma nemmeno umano. I miei diritti sugli altri vanno di pari passo con i miei doveri verso gli altri. Tutto ciò che voglio dagli altri ha bisogno di camminare con tutto ciò che devo agli altri. Le parole successive sono la risposta all’invito di Gesù e alla nostra domanda: perché dobbiamo amare e benedire chi ci fa il male? Perché abbiamo incontrato Lui; perché Dio fa così con noi; perché seguiamo la logica di Dio, e soprattutto, perché noi vogliamo assomigliare a Nostro Padre che è sempre misericordioso con noi figli.          

“Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio»”. Il brano evangelico di oggi termina con quattro consigli di vita: non giudicare, non condannare, perdonare e dare. I primi due sono in forma negativa e gli ultimi due in forma positiva. Questi consigli, prima di essere praticati, vanno preceduti da una domanda di coscienza: cosa c’è di bene e cosa c’è di male nel giudicare, nel condannare, nel perdonare e nel dare? Di bene sicuramente la vita eterna, l’esperienza di donare amore gratuitamente e imitare Gesù che non ci giudica, non ci condanna ma ci salva con la sua stessa vita. Di male invece una vita infelice, sprecata a guardare sempre gli altri e non goduta nell’amore per Dio e per il prossimo. Padre misericordioso, che fai sorgere il sole sui buoni e sui malvagi, rendici capaci di perdonare chi ci fa del male, affinché il nostro amore non conosca nemici, e viviamo da figli e fratelli in Cristo Signore. Amen. Buona domenica.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio