- Rubrica a cura di don Carmine Ventrone
La seconda domenica di Avvento lascia il posto alla solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. L’evangelista Luca, nel raccontare l’episodio dell’Annunciazione, indica con dovizia di particolari come Dio non faccia mai nulla per caso. Dettagli che ricamano bene la scena: un tempo preciso “sesto mese” riferendosi alla gravidanza di Elisabetta; un angelo preciso di nome “Gabriele” il cui significato in ebraico è “potenza o forza di Dio”; ad una città di nome Nazaret; ad una vergine di nome Maria; promessa di un uomo discendente di Davide, di nome Giuseppe.
Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. Dopo la premessa dettagliata Luca ci racconta il dialogo tra l’angelo e Maria. Da sottolineare come la Parola di Dio non solo entra nella vita di Maria ma anche nella sua casa. Dio tocca la vita quotidiana, gli ambienti più familiari, i contesti più semplici, come riconosce lo stesso Gesù nel ringraziare il Padre dicendo: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto” (Lc 10,21). Maria viene riconosciuta come colma della grazia proveniente da Dio solo ed è proprio in questa grazia che cerca di capire il senso delle parole dell’angelo. Il turbamento di Maria non è dato dal dubbio ma, quel saluto dell’angelo entra nella sua vita ordinaria sconvolgendo l’ordine delle cose, trasformando lo straordinario di Dio nell’ordinario di Maria.
L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. L’angelo invita Maria a non temere l’opera di Dio perché è per la salvezza. Dio non spaventa perché salva. Poi le presenta il progetto che Dio ha su di lei e della sua maternità. Le parole dell’angelo raccolgono le attese di intere generazioni di epoche diverse che si realizzano nel figlio Gesù. Dio non dimentica il suo popolo e le sue promesse.
Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Maria cerca di comprendere come potrà realizzare il progetto di Dio, quali strumenti o mezzi dovrà utilizzare perché tutto ciò avvenga. L’angelo rassicura Maria confermando che Dio provvederà a tutto e indica come esempio la cugina Elisabetta che “nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile”. L’angelo conclude il suo discorso con una verità assoluta di fede: “nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei. Dopo aver chiarito tutto l’angelo attende la risposta di Maria. E Maria non poteva utilizzare parole migliori, parole che esprimono la sua totale donazione a Dio. Non è soltanto un atto di obbedienza ma anche una scommessa di un’intera vita consegnata a Dio. Nelle parole di Maria si trova la sua immensa fede e fiducia in Dio.
“Nel centro dello scenario d’universale miseria tu, Maria, ti levi come creatura eccezionale e ideale rimasta illesa, intatta su cui riposa l’amore innamorato di Dio. Il Signore è con te, Maria, tu sei la preferita la benedetta fra tutte le donne l’ottima per bontà per bellezza per candore immacolato. Donna unica e piena di grazia tipo incomparabile di vergine e madre eletta per offrire carne intatta al Verbo di Dio che in te, Maria, si fa nostro fratello maestro e salvatore”. (preghiera di Paolo VI, 8 dicembre 1971)


