La riflessione sulla parola di Dio

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, commento al Vangelo secondo Marco 13,24-32

Caserta (Don Carmine Ventrone). Siamo alle battute finali dell’anno liturgico e la XXXIII Domenica del Tempo Ordinario ci offre da meditare il discorso escatologico di Gesù sul suo ritorno alla fine dei tempi.

In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Gesù parla di una tribolazione che consiste nell’intervento definitivo di Dio, il Giudizio Universale, quando verrà per «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1,5). Tutto sarà sconvolto, perfino il cosmo e nel linguaggio dell’evangelista Marco, tutto avverrà con un ordine ben definito, i quattro elementi richiamano il profeta Isaia «Poiché le stelle del cielo e la costellazione di Orione non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce» (Is 13,10), il sole, la luna, le stelle e le potenze nei cieli.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.

In tutto questo sconvolgimento cosmico non bisogna sentirsi perduti perché solo in quel momento si vedrà Gesù scendere e manifestarsi pienamente a tutti con la sua potenza di Figlio di Dio e con la sua Gloria di Risorto. Come scrive san Paolo: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto» (1Cor 13,12).

Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Gesù sarà visibile a tutti, infatti manderà i suoi angeli per radunare ogni persona. L’incontro con Gesù non esclude nessuno ma tutti sono riuniti, nessuno sarà dimenticato ma tutti saranno convocati, chiamati per nome. Perché convocati? Certamente non per essere castigati o puniti, il testo evangelico non fa nessun riferimento a ciò, ma semplicemente per unificare sotto l’unico popolo, famiglia di Dio, ogni uomo senza distinzione di “lingua, popolo e nazione”.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

Gesù, poi, racconta questa parabola del fico per indicare due cose: la certezza delle sue parole come il ramo del fico che diventa tenero e spuntano le foglie e la prossimità della sua venuta come l’estate che sta arrivando dopo aver visto le foglie spuntare. L’invito è quello di imparare a leggere i segni che Dio continuamente manda all’umanità, segni che invitano alla conversione, ad accogliere la sua misericordia, a sentirsi tutti uniti dall’unico comandamento: Amare Dio e amare il prossimo.

In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Le parole di Gesù sono certe e veritiere, hanno attardato secoli e generazioni ma ancora oggi contengono l’unica verità, tutto passa di moda ma mai le sue parole perché sono sempre attuali. L’umanità deve sempre confidare nelle parole del vangelo in quanto troverà sempre ogni risposta per ogni domanda posta. L’ultimo versetto del brano evangelico di questa domenica mette in guardia dai falsi profeti o da conoscitori della fine del mondo. Lo stesso Gesù rivela di non conoscere il momento esatto della fine del mondo.

“O Dio, che farai risplendere i giusti come stelle nel cielo, accresci in noi la fede, ravviva la speranza e rendici operosi nella carità, mentre attendiamo la gloriosa manifestazione del tuo Figlio”. Buona domenica

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